sabato 11 giugno 2011

MEMORIE DEL RE

Enzo Delre il suo vero cognome all'anagrafe, per un errore che lui voleva a tutti i costi correggere, è stato un cantautore del quotidiano e soprattutto uno sperimentatore e un uomo legato all'esercizio del pensiero.
Un uomo che ragionava con la propria testa, che metteva tutto in discussione, un ricercatore che si appassionava alle grandi tematiche del sociale (figlio anche di precetti antichi) e che poi le vivisezionava con lo sguardo attento attraverso la lente di ingrandimento.
Custodisco mille suoi anedotti a volte autistici, altre spiazzanti.
Ricordo il nostro primo incontro, vent'anni fa.
Lo rintracciai con fatica e rinvenuto il suo indirizzo, un tardo pomeriggio d'inverno, bussai alla sua porta.
Mi rispose una voce burbera e impetuosa come il vento di maestrale, attraverso la tromba delle scale.
Una voce apparentemente inospitale e al tempo stesso timorosa.
Gli dissi che ero un suo estimatore e che volevo acquistare tutti i suoi dischi e le cassette.
Per la cifra che mi chiese (in lire) dovetti ricorrere al bancomat.
Poi mi diede accesso al suo mondo e mi rivelò la sua immensa dolcezza da uomo solo ma non solitario.
Tornai a casa con un suo manoscritto, che custodisco gelosamente, in cui mi "autorizzava" a poter incidere le sue canzoni.
Nelle case di Enzo ci sono passato diverse volte da solo o con vari compagni di viaggio (Teresa De Sio, Guido Chiesa, Stefano Di Lauro)
e tutte le volte, anche quelle in cui mi ha fatto inquietare per la sua testardaggine, sono ritornato a casa con qualche consapevolezza in più.
Enzo suonava con il corpo, con il cuore e con il cervello.
Enzo era musica e parola.
Enzo era uno sguardo sul mondo, visto dalla punta dei piedi.
Era la sopensione di un tempo che si rovescia all'infinito.
E come mi disse: "ho scritto scitt'rà in risposta alla canzone di Domenico Modugno "musciu niuru",
in cui l'autore consiglia al gatto nero di farsi dipingere di bianco per poter vivere in pace.
Io invece credo che sia la gente a dover cambiare il modo di ragionare e lasciare in pace le cose del mondo".
Enzo, ti adoro e ti ringrazio, perchè senza mangiare mi sento sazio.
Con affetto,


Giuseppe De Trizio

sulla sua pagina facebook

sabato 11 giugno 2011

Nessun commento:

Posta un commento