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| camera ardente per Enzo Del Re: bandiera anarchica, bandiera di Mola di Bari e sulla parete il documentario |
Bari, 6 giugno 2012
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| camera ardente per Enzo Del Re: bandiera anarchica, bandiera di Mola di Bari e sulla parete il documentario |
Oggi su SCREENWEEK la recensione di Filippo Magnifico: « Pochi conoscono Enzo Del Re e la sua musica, anche se, come spesso accade, il titolo di una sua canzone è stato e continua ad essere sulla bocca di tutti. Il motivo è semplicissimo e risale al 2004, anno in cui il regista Guido Chiesa ha girato Lavorare con lentezza, un nome che richiama un brano che negli anni ’70 è stato scelto come sigla d’apertura e chiusura della bolognese Radio Alice.
Dopo la bella serata di apertura di Lunedi 30 gennaio, Contest inizia il suo naturale percorso con il secondo degli appuntamenti previsti, Lunedi 6 e Martedi 7 Febbraio in sala 3 al Nuovo Cinema Aquila. In apertura, proiezione di due inserti tratti da I Diari del Novecento: il primo interpretato da Flavio Nicolini (Diari del Deserto Rosso), il racconto di un’ avventura della mente: il grande Cinema di Michelangelo Antonioni; il secondo: Judith Malina (Paradise now! Diario 1968), il programma rivoluzionario di alcuni attori decisi a trasformare il teatro trasformando il pubblico. A seguire la proiezione del documentario di Angelo Amoroso d’Aragona, IO E LA MIA SEDIA.
La F.I.A.P. Valbormida Nicola Panevino è felice di avere organizzato questa serata per rendere omaggio al cantastorie antifascista Enzo Del Re. La canzone “Il superuomo” e lo spettacolo teatrale con la compagnia Nuova Scena “La dimensione del nero” (di cui abbiamo una copia esposta grazie alla gentilezza dell’amico Ugo Tombesi) rappresentano due importanti pagine di antifascismo nella cultura italiana. Gli anni in cui vengono create queste opere sono quelli dell’eversione di estrema destra, delle bombe nelle piazze e sotto i treni che purtroppo hanno colpito anche Savona. Era chiaro, negli anni ‘70 come oggi, quanto fosse pericoloso non solo il rimpianto per il ventennio ma anche il tentativo di riproporre in versione aggiornata quel genere di autoritarismo. E’ denunciata quindi in tempo diretto la cosiddetta strategia della tensione ottenuta con atti violenti stabiliti a tavolino per giustificare reazioni autoritarie della politica e delle forze dell’ordine. Inoltre, in maniera quasi preveggente, viene criticato il modo in cui, anche in regimi democratici evoluti, vengono camuffate da libertà sopraffazioni e sfruttamenti. Ma Enzo sembra ricondurre principalmente il fascismo ad una questione personale, ad una categoria del pensiero: la tendenza a imporsi sugli altri. Non occorre solo opporsi al fascismo in sé ma al fascismo dentro di noi, a ciò che ci porta ad anteporre il nostro ego al bene comune. Ecco quindi che ci scusiamo se insieme al disinteressato impegno nel finanziamento di un documentario su Enzo che renda giustizia alla sua arte, c’è in noi l’orgoglio di chi è egoisticamente soddisfatto di partecipare ad una cosa importante. Invitiamo infine tutti a passare una bella serata e a divertirsi perché “C'è troppa gente in giro/che non sorride mai/perché se ti sorride/perde l'autorità”.
« Vi sono artisti che non finiscono sulle prime pagine della cultura, artisti veri che hanno rifiutato sempre le lusinghe provenienti dai media, artisti che hanno lavorato in strada per la gente e che se hanno fatto circolare la propria opera lo hanno fatto a proprie spese. Io e la mia sedia racconta il percorso di uno di questi. Unico nel suo genere, Enzo del Re ha unito la parola al ritmo in una forma di comunicazione primordiale dalla quale è difficile non farsi toccare. Non stiamo parlando di un virtuoso di strumenti musicali o di un funambolo della parola, ma di un uomo che ha avuto l’intuizione di comunicare in una maniera che nessuno mai aveva prima esperito. Originario di Mola di Bari, Enzo del Re è l’autore di Lavorare con lentezza, canzone che ha ispirato il regista Guido Chiesa per il titolo dell’omonimo film del 2004.